L’Obiettivo di Sviluppo del Millennio numero 7, relativo all’accesso a fonti di energia economiche, affidabili, sostenibili e moderne – tra cui anche l’acqua potabile – è stato raggiunto a livello globale già nel 2010. Tuttavia, ancora oggi, con riferimento ai 48 paesi in via di sviluppo che ancora non hanno raggiunto il target, il 58% delle persone rimane privato dell’accesso alle risorse idriche adeguate. Sotto questo profilo, le diseguaglianze sociali persistono non solo tra aree rurali e urbane, ma anche all’interno delle stesse città, dove gli abitanti degli agglomerati urbani più poveri o informali hanno una possibilità di accesso all’acqua potabile inferiore rispetto agli altri residenti. 1
LIn Africa subsahariana circa 400milioni di persone non hanno, ad oggi, ancora accesso ai servizi idrici di base. Il che contribuisce in gran parte alla diffusione di malattie come colera, diarrea, epatite A, tifo e poliomielite ed espone la popolazione a una serie di rischi sanitari che potrebbero essere prevenuti. Ne sono un esempio le 842mila persone, di cui 361mila sono bambini sotto i cinque anni, che ogni anno muoiono a causa della diarrea per aver bevuto acque contaminate. Per non parlare di altre malattie meno conosciute come la schistosomiasi, dovuta all’infestazione dell’organismo da parte di vermi platelminti appartenenti al genere Schistosoma che entrano a contatto con l’uomo attraverso acque contenenti le larve dei parassiti. È chiaro, dunque, che la priorità assoluta per la maggior parte dei paesi è migliorare l’accesso, prima ai servizi di base e poi alle forniture domestiche gestite in modo sicuro. Come anticipato nel nostro precedente articolo 2 , le cause del water stress sono riconducibili principalmente ai cambiamenti climatici e al sempre maggiore aumento della domanda di acqua.3 Una potenziale soluzione sarebbe un più efficiente sfruttamento delle acque sotterranee, che, essendo la più grande risorsa di acqua dolce disponibile, sono altamente affidabili per sostenere i mezzi di sussistenza, specialmente durante lunghi periodi di scarse precipitazioni o di siccità. Una soluzione che però si scontra con una gestione ancora immatura delle acque freatiche: in alcune regioni, non c’è abbastanza investimento nei servizi necessari per trovare, catturare, trattare, gestire e distribuire le acque sotterranee. In altre, invece, vi è una dilagante sovraestrazione con un uso eccessivo delle acque sotterranee, in particolare da parte del settore agricolo. 4 Il problema del fabbisogno idrico coinvolge gravemente anche alcune aree del Senegal. Il nord del Paese, più precisamente il Fouta-Toro, un’area compresa nella regione di Saint Louis – che rientra nella fascia del Sahel, la zona di transizione climatica tra la fascia desertica del Sahara e quella della savana che attraversa il continente africano trasversalmente, interessando più paesi – è particolarmente soggetta a problemi di desertificazione. Appena ci si allontana dal fiume Senegal, che segna il confine con la Mauritania, il terreno diviene secco e sterile. Molti, soprattutto i più giovani delle famiglie, sono infatti costretti a percorrere decine di chilometri ogni giorno per trovare acqua a volte non potabile. Caricano su carretti trainati da asini tutte le taniche di cui dispongono, talvolta enormi camere d’aria, e si dirigono verso il fiume o verso il pozzo più vicino. 5 La regione di Tambacounda, dove Associazione Don Bosco 2000 opera, è un altro esempio di come la carenza d’acqua renda gravosa la sopravvivenza della popolazione. Le testimonianze dei nostri cooperanti ci descrivono un’area fortemente influenzata dall’alternarsi tra periodi di precipitazioni e mesi di estrema siccità. Il cambiamento climatico, inoltre, ha causato negli ultimi quattro anni un progressivo ritardo nell’arrivo delle piogge, che si ripercuote sugli agricoltori della regione. E anche la pastorizia ne risente: gli animali appaiono scarni e ragazzi appena adolescenti camminano per ore e ore alla ricerca della riserva d’acqua più vicina. Non è raro incontrare capre affamate intente a ruminare pezzi di carta. In questi periodi le temperature raggiungono i 37 gradi centigradi, l’acqua dei pozzi scarseggia anche poiché poco profondi (15/20 metri) e quasi sempre scavati a mano: a queste profondità l’acqua è ricca di fluoro e di sale che provoca disturbi alla salute, soprattutto nei bambini. Una problematica, questa, che potrebbe risolversi con scavi in maggiore profondità attraverso trivellazione, ottenendo una migliore qualità e quantità di acqua, anche creando dei grossi serbatoi che fungano da riserva nei periodi di magra. In questi periodi le temperature raggiungono i 37 gradi centigradi, l’acqua dei pozzi scarseggia anche poiché In una regione in cui la siccità colora il paesaggio di giallo, si scorgono delle chiazze di verde: sono i villaggi in cui Don Bosco 2000 ha creato orti, con annesso pozzo e serbatoi d’acqua, per consentire alle famiglie di trarre il proprio fabbisogno giornaliero anche nei periodi di maggiore difficoltà. Un barlume di speranza su una strada ancora lunga da percorrere.