Appello per la pace in Medio Oriente, per Don Bosco 2000 bisogna trovare un dialogo

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 / Giugno 17,2025

Comunicato Stampa

Appello per la pace in Medio Oriente, per Don Bosco 2000 bisogna trovare un dialogo

Le ultime ore di conflitto tra Israele e Iran non fanno mai sperare, occorre trovare una soluzione per una de-escalation nell’intera regione perché sono in gioco vite umane.

La dichiarazione del G7, se da un lato fa ben sperare per l’impegno dei leader mondiali nel trovare un dialogo e una soluzione alla pace, dall’altro preoccupa la sola difesa di Israele.

“In questo contesto, affermiamo che Israele ha il diritto di difendersi. Ribadiamo il nostro sostegno alla sicurezza di Israele. Affermiamo inoltre l’importanza della protezione dei civili. L’Iran è la principale fonte di instabilità e terrore nella regione”, scrivono i leader.

Come Associazione riteniamo che bisogna trovare un dialogo, perché in Iran vivono milioni di persone che sicuramente non vogliono il regime, ma che nemmeno vogliono una guerra. La strategia di Israele di eliminare i paesi ostili sicuramente non è la soluzione migliore.

“Da anni siamo impegnati nei processi di accoglienza, integrazione, formazione e cooperazione internazionale, soprattutto in contesti di fragilità e migrazione forzata, facciamo appello, ancora una volta, perché è necessario trovare una soluzione per mettere fine ai conflitti, per mettere fine alla guerra nel Medio Oriente” affermano i vertici dell’Associazione Don Bosco 2000.

Il Medio Oriente da troppo tempo è un territorio martoriato, necessità di stabilità e del vero esercizio della democrazia.
“Questa guerra è una minaccia alla democrazia. Questa guerra non è una guerra giusta. Nessuna guerra lo è. Tutto questo è un pretesto per distrarre l’opinione pubblica, è una scelta di morte che colpisce ancora una volta persone innocenti, uomini, donne e bambini che non hanno scelto questo destino” chiosa Agostino Sella.

“Noi che lavoriamo ogni giorno con i giovani, con i migranti, con i più poveri, sappiamo bene che la pace non si costruisce con le bombe, ma con l’incontro” aggiunge ancora Sella.

Infatti, la pace nasce dall’ascolto, dal riconoscimento dell’altro come fratello, non come nemico. È il momento che la comunità internazionale non si limiti a dichiarazioni di principio, ma si impegni concretamente nella costruzione di ponti, non di muri.

“Facciamo appello alle istituzioni europee e internazionali, ai governi, alle organizzazioni della società civile, alle Chiese, ai giovani: il futuro non può essere costruito sull’odio e la vendetta, ma sulla giustizia, sulla dignità umana e sulla solidarietà” concludono i vertici dell’Associazione.

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